ARTE E CULTURA
L’emozione dell’Ignoto Marinaio di Antonello da Messina
È il secondo sorriso più famoso al mondo, dopo la Gioconda, il ritratto d’uomo o Ritratto d’ignoto marinaio, un dipinto a olio su tavola autore Antonello da Messina.
A volerlo dire con Leonardo le immagini sono più potenti delle parole. Leonardo sfidava a scrivere il nome di Dio e a dipingere contemporaneamente un ritratto: “Vedrete, diceva, dove tutti andranno a pregare”. Un quadro spesso commuove più di un discorso o un testo scritto, le emozioni che riesce a trasmettere l’Ignoto marinaio di Antonello, custodito nelle sale espositive del Museo Mandralisca di Cefalù, vale più di ogni parola.
È il secondo sorriso più famoso al mondo, dopo la Gioconda, il ritratto d’uomo o Ritratto d’ignoto marinaio, un dipinto a olio su tavola (31×24,5 cm) autore Antonello da Messina, datato tra il 1460 e il 1476 ed è (almeno così sino a oggi ci ha raccontato la storia) un dono che il barone filantropo Pirajno di Mandralisca, che mostrò grande interesse per la pittura, ricevette durante uno dei suoi viaggi a Lipari.
Il Barone si trovò di fronte una piccola tavola con dipinto un uomo dal profilo marcato, con uno strano sorriso sulle labbra. Un sorriso ironico, pungente e nello stesso tempo amaro, come se dietro quell’espressione c’era un mondo interiore da esplorare. Un sorriso beffardo di chi conscio del presente intuisce il futuro, una tavola misteriosa che custodisce ancora oggi segreti e che in parte sono stati svelati in un recente studio curato da Sandro e Salvatore Varzi e Alessandro Dell’Aira, dove si sostiene che il volto dipinto non è di un marinaio di Lipari.
È stato un sigillo, un emblema vescovile, sul retro della tavola che ha aperto una pista che ha portato all’identità del protagonista del capolavoro di Antonello da Messina. Altro che marinaio, l’enigmatica espressione appartiene a un potente vescovo-ambasciatore, precettore di Ferdinando II d’Aragona, re di Spagna e di Sicilia, colui che con la moglie Isabella di Castiglia finanziò l’impresa di Colombo. Il suo nome è Francesco Vitale, di origini pugliesi, che resse la diocesi di Cefalù dal 1484 fino alla sua morte avvenuta nel 1492.
Una cosa è certa, autore del quadro è Antonello da Messina come stabilito nel 1860 da una perizia fatta da Giovan Battista Cavalvaselle.