Cefalù, il borgo che non dorme mai
Esistono luoghi al mondo che non necessitano di stagioni specifiche per risultare attrattivi, hanno la magia insita in sé. Uno di questi è Cefalù, la cittadina normanna che non dorme…
Tra le bellezze monumentali più significative di tutta la Sicilia occidentale, il percorso arabo-normanno di Palermo, Cefalù e Monreale è la massima espressione dell’unione estetica e culturale di due popoli dalla ricchezza inestimabile. L’arrivo dei Normanni in Sicilia non spazzò via i due secoli e mezzo di dominazione araba e i suoi splendidi monumenti: essi decisero infatti di esaltare ed emulare la sfarzosa produzione artistica araba, appropriandosene per riallestirla e modificarla, ma con una sua esaltazione e valorizzazione che ha reso immortali i segni di un passato florido. I nuovi reali cercarono di creare un proprio stile architettonico che racchiudesse le varie culture e i vari stili presenti sull’isola, tra cui quello romanico, quello bizantino e quello arabo: un sincretismo di eccezionale valore universale, capace di generare combinazioni uniche e di eccelso valore artistico.
Il sito “Palermo Arabo-Normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale” è stato dichiarato nel 2015 dall’UNESCO “Patrimonio Mondiale dell’Umanità” e ha contribuito, con le sue opere di elevato spessore artistico ed architettonico, alla proclamazione della città Palermo come Capitale della Cultura per l’anno 2018. La serie comprende nove beni artistico-monumentali dell’architettura arabo-normanna: sette custoditi nella città di Palermo e uno ciascuno a Cefalù e a Monreale.
Quali sono i principali caratteri dello stile arabo-normanno?
La Cattedrale di Cefalù
Costruita nel 1131 per volere di Ruggero II d’Altavilla, la leggenda narra che il Duomo di Cefalù, o Basilica Cattedrale della Trasfigurazione, sarebbe sorto in seguito ad un suo voto al Santissimo Salvatore, durante una fortissima tempesta. Fece infatti voto al Signore di erigere una chiesa nel luogo in cui fosse approdato sano e salvo insieme al suo equipaggio. Giunto a Cefalù, mantenne la promessa facendo costruire un santuario a gloria del SS. Salvatore e dei Santi Pietro e Paolo. Molto più verosimilmente l’edificio nacque per scopi difensivi, dato il suo carattere di fortezza, e fu consacrato soltanto in un secondo momento.
La Matrice sorge su un ampio sagrato a terrazza, in cui si staglia la possente facciata arricchita da un portale in marmo. Le due torri che inquadrano la facciata rappresentano rispettivamente il potere della Chiesa e quello temporale. Gli interni sono impreziositi dai mosaici in oro degli absidi, che decorano anche circa metà delle pareti laterali. La celebre figura del Cristo Pantocratore svetta al centro dell’abside centrale, mentre il registro inferiore e quelli laterali rappresentano la Vergine orante e altri personaggi religiosi, tra cui gli Arcangeli, gli apostoli e diversi santi e profeti.
Il Duomo di Monreale
La cattedrale insieme al Palazzo Reale, l’abbazia benedettina e la Basilica è stata eretta da Guglielmo II “il Buono” tra il 1172 e il 1176 e dedicata a Santa Maria La Nova. Della costruzione originaria sono rimasti oggi il corpo della chiesa ed il Chiostro dei benedettini.
La facciata esterna del duomo di Monreale è caratterizzata da due torri fortificate di altezza e forma differenti, mentre all’interno lo spazio è diviso da due file di nove colonne in granito, mentre i soffitti dalla forma variegata sono in legno policromo.
La rappresentazione più significativa è sicuramente quella del Cristo Pantocratore all’interno dell’abside centrale, un elemento in comune con la Cattedrale di Cefalù.
L’itinerario arabo-normanno di Palermo, Cefalù e Monreale, patrimonio inestimabile inserito nella World Heritage List, rappresenta appieno la grandiosità dell’eclettismo storico-culturale della Sicilia.
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