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Museo Mandralisca, l’arte di un sorriso
La sede di un patrimonio indissolubile nella “memoria” dei visitatori
Il secondo sorriso più famoso al mondo, dopo quello della Gioconda, è custodito nel Museo Mandralisca di Cefalù. Si tratta del “Ritratto d’Ignoto Marinaio” di Antonello da Messina, oggetto di studi e pareri controversi sull’identità del soggetto ritratto. Il dipinto conserva in sé un altro mistero: la sua datazione. Si pensa infatti che la collocazione storica possa essere stabilita o nel 1465 o tra il1470 e il 1472. Un sorriso spontaneo, tra il beffardo e il complice, che ha suscitato, nel tempo, diverse reazioni in chi lo incrociava. Più volte il quadro è stato soggetto al restauro della parte superiore del volto, proprio vicino agli occhi: si pensa che il ghigno dell’uomo dall’ignota identità abbia infastidito talmente tanto qualcuno da portarlo a cavargli le pupille.
Del Museo Mandralisca se n’è parlato in tutto il mondo: in seguito a un “Contest” tra il sorriso della Monnalisa e quello dell’Ignoto Marinaio, uno dei più autorevoli quotidiani internazionali, il New York Times, ha illustrato la raffinata bellezza del dipinto di Antonello Da Messina. Alla resa dei conti Michele Ciacciofera, pittore siracusano molto accreditato in Francia, è stato interpellato come giudice imparziale: “È difficile, se non impossibile, giudicare comparativamente due opere d’arte, soprattutto se si tratta di capolavori assoluti, quali sono i due dipinti in questione”.
Unico Museo della cittadina normanna, vanta la presenza di numerosi oggetti d’arte che il barone Enrico Pirajno di Mandralisca raccolse, nel tempo, conservandoli nella sua abitazione. Il Museo, infatti, mantiene oggi l’atmosfera di un ambiente domestico quasi come se fosse ancora possibile percepire la presenza dell’aristocratico. Più volte identificato come Museo interdisciplinare comprende, oltre alla pinacoteca, una collezione archeologica, un monetario e una delle raccolte malacologiche più ricche d’Europa, insieme a mobili e oggetti appartenenti alla famiglia Mandralisca.
Fu nel 1890 che la dimora del Mandralisca divenne, a tutti gli effetti, sede del liceo classico di Cefalù. In occasione dell’inaugurazione il “poeta zappatore”, Carmine Papa, scrisse una poesia intitolata “Pri l’apirtura di lu liceu Manniralisca”. Nel 1863, a seguito dell’ordinamento degli studi istituito dal Regno d’Italia, preoccupazione del barone fu quella di inserire nel suo testamento le materie di insegnamento e il personale scolastico, con una precisione, accuratezza e stile che perfettamente si identificano nei panni di un aristocratico “d’altri tempi”. Ma la difficoltà di gestione di una struttura privata, indusse il Comune di Cefalù a richiederne la trasformazione in scuola statale.
Sede indiscussa di storia e memorie, il Museo Mandralisca di Cefalù racchiude in sé la bellezza della cultura e l’importanza dell’empatia con gli oggetti che vengono osservati. Un luogo dove poter ammirare pezzi unici e opere d’arte, ma anche di profonda emozionalità custodita in ogni angolo di quella struttura gelosamente curata dal padrone di casa. Un modo alternativo per ammirare il patrimonio artistico attraverso l’influenza velata di un discreto aristocratico che, nel tempo, ha custodito la memoria nei visitatori della sua amata dimora.