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Fiumara d’arte a Tusa: il parco siciliano d’arte contemporanea
Il turismo in Sicilia si basa soprattutto su due punti di forza: quello delle zone marittime e quello dei luoghi d’arte, caratteristiche che spesso si incontrano negli stessi borghi e capoluoghi della regione.
L’arte e l’archeologia, soprattutto, fanno della Sicilia un luogo unico al mondo, dando modo di apprezzare una grandissima varietà di stili e di opere. Tra gli stili più conosciuti vengono più spesso ricordati il barocco di Noto, lo stile arabo-normanno della cattedrale di Palermo, gli antichi resti archeologici di Agrigento e Siracusa, per citarne solo alcuni.
Un’attenzione minore viene riversata all’arte contemporanea, seppure quest’ultima abbia in Sicilia un cuore pulsante proprio tra Palermo e Messina.
Questo gioiello di arte contemporanea è la Fiumara d’Arte, uno tra i più grandi parchi artistici d’Europa, situato nel comune di Tusa, subito dopo Cefalù.
La Fiumara d’Arte è un museo a cielo aperto che raccoglie opere e sculture di grandi dimensioni. L’area occupata è quella che un tempo corrispondeva al fiume Tusa, ora ristretto a un torrente. Proprio questa collocazione dà il nome “fiumara” al parco artistico.
La prima opera che, occupando la Fiumara, ha dato vita a quest’area artistica unica in Sicilia risale al 1986. Fu commissionata da Antonio Presti, fondatore della Fiumara d’Arte, allo scultore Pietro Consagra, in onore del padre defunto.
L’opera, denominata “La materia che prima non c’era”, è una scultura ben più grande della media (18 metri di altezza) realizzata con due elementi di cemento armato fronteggianti l’un l’altro, ed inseriti sullo sfondo del paesaggio collinare.
Qualche anno dopo l’istituzione del parco scultoreo viene realizzato l’Atelier sul Mare, un hotel attiguo alla Fiumara d’Arte che si pone come obiettivo quello di far vivere l’esperienza della Fiumara entrando in contatto quotidiano con le opere.
L’Atelier sul Mare diventa così il luogo in cui gli artisti alloggiano durante la realizzazione delle proprie sculture all’interno della Fiumara.
Negli anni successivi si susseguono le installazioni di Mario Cerioli (“La bocca della verità”, 1990), Paolo Icaro (“Il Nido”, 1991), Hidetoshi Nagasawa (“Mistero per Luna”, 1991), Michele Canzoneri (“Linea d’ombra”, 1992), Maurizio Mochetti (“Energia”, 1992) e altri artisti quali Fabrizio Plessi, Mauro Staccioli, Raùl Ruiz e Maria Lai.
La Fiumara d’Arte diventa anche luogo di installazioni artistiche temporanee, mostre d’arte ed eventi di poesia e di fotografia, anche connotati da un intento sociale, oltre che culturale.
E’ il caso, ad esempio, del progetto Terzocchio – Meridiani di Luce, portato avanti nel 2002 da artisti e fotografi con l’intento di ridare vita e identità al quartiere catanese di Librino.
Dal 2002 in poi il legame con Librino diventa quasi indissolubile, attirando l’attenzione di personalità dello spettacolo e della cultura come Franca Ciampi e Claudia Cardinale per l’impegno mostrato verso la rivalutazione del quartiere.
Gli interessi sociali della Fiumara non terminano qui: in collaborazione con diverse scuole delle province di Palermo e Catania, infatti, viene posta l’attenzione sul tema del diritto dell’acqua, con la realizzazione di bandiere ispirate a questo argomento.
Nonostante le battaglie legali, durate più di vent’anni, per il mantenimento del polo artistico a dispetto delle richieste di rimozione per ragioni naturalistiche, la Fiumara d’Arte resta e resiste ancora oggi come fiore all’occhiello dell’arte contemporanea in Sicilia.