MAGAZINE
Borgo di Sant’Ambrogio a due passi da Cefalù
Situato a est del comune di Cefalù, da cui dista circa 6 km e di cui rappresenta l’unica frazione, Sant’Ambrogio (in dialetto siciliano Sant’Amrociu) è un piccolo borgo di circa 315 abitanti, chiamati ambrosiani, le cui origini si possono verosimilmente far risalire al XVI e al XVII secolo.
Circondato da colline lussureggianti e da campagne verdi e rigogliose, e caratterizzato da viuzze strette e tortuose, Sant’Ambrogio fa parte del Parco delle Madonie e si affaccia sul Mar Tirreno, al centro dell’insenatura compresa tra la spiaggia della Caldura, caratterizzata da lucenti scogli, e la punta di Finale di Pollina. La frazione è raggiungibile anche in treno: la stazione ferroviaria più vicina è quella di Castelbuono, sulla tratta Palermo-Messina, situata a un paio di chilometri dal centro abitato.
Nato come villaggio dei contadini che prestavano servizio presso i poderi dei ricchi proprietari terrieri dell’epoca, il borgo di Sant’Ambrogio, sebbene di dimensioni assai contenute, è attualmente diviso in cinque rioni – Chian’a Chiesa, Cozzomauro, Fontana, Manche e Ristinchi – e il suo lungomare è dedicato alla memoria del pilota di Formula 1 della Ferrari Gilles Villeneuve.
Secondo quanto tramandato dalle tradizioni locali, il centro abitato è sorto in seguito al terremoto del 1783, a partire dal luogo in cui si trovava una cappella dedicata a Sant’Ambrogio. Ciò fa pensare che i primi a stabilirsi nell’attuale borgo fossero abitanti di origine lombarda, in particolare milanesi, legati per l’appunto al culto del santo patrono del capoluogo lombardo. A supportare tale ipotesi, anche l’esistenza della contrada di Linate, che porta il nome di una nota località del territorio milanese.
Pur se Sant’Ambrogio è il patrono storico del borgo, la santa patrona ufficiale è la Madonna della Salute, al cui culto è dedicata l’unica chiesa della frazione, la cui fondazione risale alla prima metà del 1800 e che comunque custodisce al suo interno anche un’effigie di Sant’Ambrogio. I festeggiamenti in onore della Madonna della Salute si svolgono ogni anno, la terza domenica del mese di luglio.
Dalle sue origini fino alla prima metà del Novecento, l’economia di Sant’Ambrogio si fondava principalmente sulla viticoltura e sulla vendemmia, nonché sull’olivicoltura e sulla conseguente raccolta delle olive, che cominciava nel mese di ottobre e andava a vanti fino al mese di febbraio. I braccianti della piccola comunità ambrosiana, però, da metà luglio a metà settembre si dedicavano soprattutto alla coltura del frassino, pianta da cui si ricavava e tutt’ora si ricava la manna. Linfa estratta appunto dalla corteccia del frassino, la manna continua ad essere prodotta dalla nuova generazione di frassinocoltori locali, offrendo un buon reddito alla comunità.
Negli anni Cinquanta del secolo scorso, Sant’Ambrogio ha visto emigrare una parte consistente dei suoi abitanti, che comunque non hanno dimenticato le proprie origini e che ogni estate fanno ritorno in paese per godersi una tranquilla vacanza. Spiagge ampie e dorate, mare trasparente e cristallino e sentieri boscosi dove poter fare rilassanti passeggiate non solo a piedi ma anche a cavallo, rendono infatti Sant’Ambrogio una meta ideale dove rigenerare il fisico e la mente.
A tal proposito, per chi vuole trascorrere alcuni giorni in questo contesto, si consiglia di optare per strutture situate all’interno del Parco delle Madonie, per unire mare e montagna in un’unica vacanza.