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Una delle mete più visitate di Cefalù? Il Tempio di Diana
Il Tempio di Diana è incastonato nella Rocca di Cefalù e avvolto da un mistero che lo rende affascinante per ogni turista.
L’origine del Tempio di Diana è incerta a tutt’oggi. Gli studi storici hanno infatti collocato alcune parti della costruzione in determinati periodi, ma non tutte sono vicine tra loro, e sembra proprio che per completare il Tempio siano stati necessari decenni interi.
La parte più antica del Tempio di Diana è quella che parte dall’architrave e va verso il basso, composta da blocchi di pietra grossi, dalla forma irregolare e dalla faccia esterna sbozzata.
Questo impianto dovrebbe risalire allo stesso periodo in cui, nella costa, nasceva la fortezza di Kephaloidion: ricordiamo infatti che inizialmente Cefalù era una fortezza militare che sfruttava la posizione naturale della rocca per avvistare i nemici e difendersi dagli attacchi.
L’altra parte della struttura è realizzata in maniera molto diversa dalla prima: le pietre sono ben squadrate, architravi e stipiti delle due porte interne e della porta di ingresso sono modanati a scopo ornamentale.
La seconda parte della costruzione risale al II secolo a.C., motivo per cui l’intera struttura viene collegata al culto di Diana, nello stesso periodo storico.
La funzione del Tempio di Diana
Non tutti gli studiosi sono d’accordo nella funzione religiosa e pagana del tempio. Alcuni ritengono che si tratti piuttosto di una residenza reale di cui costituiva l’ingresso.
In realtà, togliere il fattore religioso al Tempio potrebbe rivelarsi un’opzione errata per un elemento che farebbe puntare più all’idea di un santuario-fortezza, dove venivano celebrati alcuni riti pagani ma che serviva anche a proteggere la città.
Ad avvalorare questa seconda tesi potrebbe aggiungersi la presenza di una cisterna, fuori dalla struttura ma poco distante da essa: tale cisterna ha sicuramente una funzionalità religiosa, legata al culto locale delle acque. La costruzione della cisterna viene fatta risalire intorno al IX secolo a.C., quindi ancor prima della costruzione del primo blocco del Tempio. Scavata nella roccia viva, è dotata di una chiusura di tipo dolmenico con lastroni di pietra calcarea di grandi dimensioni.
Oggi si possono ammirare al suo interno due chiesette, realizzate durante la colonizzazione bizantina, di cui resta soprattutto un’abside nella parte superiore dell’edificio.
L’utilizzo della cisterna e del tempio stesso restano quindi non ben definite, ed è proprio questo che aggiunge fascino al Tempio di Diana.
Ogni turista che ha visitato il Tempio di Diana ne è rimasto affascinato. Tra i più noti vale la pena citare il pittore e architetto Jean Houel, che dedicò una tavola illustrata proprio al Tempio di Diana, scegliendolo come unico luogo non religioso da riportare sulle sue tavole.