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Cosa vedere a Cefalù: il Teatro Comunale Salvatore Cicero
Dopo una passeggiata sul Lungomare di Cefalù, immergendosi nei vicoli di connotazione arabo-normanna, ci si può ritrovare in via Salvatore Spinuzza, una stradina in salita che porta al Tempio di Diana. Proprio qui, in una palazzina di appena un piano contraddistinta da un grande portone in legno scuro, si trova il Teatro Comunale Salvatore Cicero.
Una volta entrati all’interno della palazzina in cui si trova il Teatro Salvatore Cicero è possibile ammirare gli archi interni perfettamente conservati e ben tenuti. Ma è l’interno del teatro a lasciare a bocca aperta: si tratta di un luogo piccolo ma interamente restaurato, con decorazioni pittoriche su tela del soffitto, fondali e sipario.
La storia del Teatro è caratterizzata da diverse vicissitudini che rendono ancor più ammirevoli le perfette condizioni attuali. Nacque nel 1814, quando un’associazione di notabili chiese la concessione dell’area dove sorge. Lì venne edificata la sua prima elevazione. La pianta, a forma di ferro di cavallo, lo allineò allo stile del teatro all’italiana.
Nel 1818, dopo diversi scambi d’idee, venne completato dall’architetto Antonio Caruso e aprì i battenti: vi si svolgevano esclusivamente rappresentazioni private, atte a intrattenere i nobili del tempo. Frattanto, l’associazione di notabili si tirò indietro e iniziarono i primi tira e molla: nel 1847 il teatro viene ceduto all’amministrazione comunale.
Venne deciso un suo ulteriore ampliamento per mano dell’architetto Emanuele Labiso, che spostò l’ingresso in via Spinuzza, coinvolgendo e inglobando le strutture architettoniche del Convento di San Nicola di Bari. Labiso, per altro, decise di soprelevare l’edificio, creando un piccolo loggione (chiamato “Lubione”) per i meno abbienti.
In occasione dell’ampliamento e della sopraelevazione, venne assunto il pittore Rosario Spagnolo: gli venne commissionato in primis l’ovale del soffitto, ancora ammirabile, che rappresenta l’allegoria delle arti. Alzando la testa, è tutt’oggi possibile ammirare le muse della commedia, della danza e della musica, Talia, Tersicore e Euterpe.
Con l’avvento della pellicola, il Teatro venne trasformato anche in cinema: gli introiti delle sole rappresentazioni, infatti, non bastavano più alla sua manutenzione. La trasformazione però fu approssimativa e per un periodo il Teatro venne chiuso e usato solo come lazzaretto, per via delle guerre e della crescente povertà.
Durante la seconda guerra mondiale, lo spazio venne scelto come quartier generale dalle truppe tedesche. Furono proprio le truppe a rimetterlo a nuovo, adattandolo alle esigenze della cinematografia moderna. Tuttavia, il periodo infausto portò il Teatro a chiudere nuovamente.
Quando il clima si fece più calmo, intorno al 1970, l’amministrazione comunale lo riprese in mano: venne sottolineata la necessità di lavori di consolidamento per via delle strutture che sembravano essere cedevoli. I lavori durarono fino al 1982, quando venne nuovamente inaugurato.
La struttura, con i suoi tre ordini di palchi,venne intitolata, come riconoscimento al valore artistico, al violinista cefaludese Salvatore Cicero, primo violino dell’orchestra Sinfonica Siciliana prematuramente scomparso. Da quel momento il teatro iniziò ad avere una vita regolare e un afflusso continuo di visitatori.
La sua fama di piccolo gioiello giunse, nel 1988, alla orecchie di Giuseppe Tornatore che lo utilizzò come set cinematografico per Nuovo Cinema Paradiso: il Teatro gira il mondo, acquista fama e tutti gli introiti dovuti alle visite di turisti e curiosi vengono destinati alla sua manutenzione.
Oggi il Teatro Salvatore Cicero si propone come struttura moderna e all’avanguardia: ogni possibile innovazione viene tenuta in forte considerazione, pur non tralasciando mai l’impronta tradizionale che lo rende, ancora oggi, un luogo capace di emozionare per la sua storia e un punto di riferimento per tutti gli abitanti di Cefalù.